Damien Hirst a Venezia: un viaggio tra mito e realtà

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Per approcciarsi alla tanto attesa mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable”, la prima personale di Damien Hirst in Italia dal 2004, è d’obbligo dimenticare tutto quello che conosciamo del famosissimo artista inglese.

Niente animali sezionati immersi nella formalina o vetrate composte da migliaia di farfalle, né tanto meno cascate di diamanti a rivestire teschi umani.

Negli spazi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, dal 9 aprile al 3 dicembre 2017, Hirts ci presenta delle opere in totale rottura con tutto ciò che egli abbia mai realizzato prima di oggi.

Damien Hirst Venezia
Detail from Hydra and Kali by Damien Hirst. Photograph: Andrea Merola/AP

Il tesoro di Aulus Calidius Amotar

Un collezionista del II secolo d.C., Aulus Calidius Amotar liberto romano, una nave carica di tesori in viaggio verso un tempio in Oriente, un naufragio voluto dagli Dei e un fortunato ritrovamento.

La mostra mette alla prova la dimensione demiurgica di Damien Hirts. L’artista non inventa solo le opere ma anche l’universo in cui esse vivono: le condizioni geografiche, culturali e storiche della loro origine, reale o immaginaria che sia, della loro nascita e della loro metamorfosi e della loro rinascita dopo l’oblio.

Damien Hirst Venezia
Sphinx di Damien Hirts. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd

Una narrazione che lo spettatore accetta consapevolmente appena varcata la soglia degli due spazi espositivi. Una fake news, molto attuale, che  si intreccia con il mito e, attivando la nostra sospensione dell’incredulità, ci conduce in un’esperienza tanto fantastica quanto totalmente artificiale.

Un viaggio nella storia delle culture che Damien Hirst contamina con riferimenti al presente

10 anni di lavoro raccontati in oltre 200 opere: sculture, foto, mocumentary e reperti archeologici. Un turbinio di opere, epoche storiche e civiltà sovrapposte in una collezione che abbraccia il mondo intero e che per la prima volta vede gli spazi  di Palazzo Grassi e Punta della Dogana letteralmente invase dalle opere di un unico artista.

Diversi stili artistici distillati in una varietà di manufatti e sculture dall’iconografia solo in parte riconoscibile. Luoghi e culture vicini e lontani. Dall’antico Egitto all’India, dall’Africa occidentale alla Grecia classica, fino all’età Imperiale romana passano per le civiltà pre-colombiane.

Damien Hirst Venezia
Skull of a Cyclops di Damien Hirst.
Photograph: Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd

Una vastità di temi che si riscontra anche nella pluralità dei materiali usati. Sculture in bronzo e marmo di Carrara si alternano a teste di Medusa in giada e cristallo. Installazioni monumentali ricoperte di finti coralli, così perfetti da sembrare veri, sono accostate a opere in oro e resina.

“Accettiamo facilmente la realtà, perché forse intuiamo che nulla è reale” J.L. Borges

L’artista non nega però anche qualche indizio per svelare il mistero dietro questa incredibile raccolta di reperti archeologici. Hirst inserisce nelle sue opere piccoli crash temporali che raccontano una realtà diversa da quella proposta dalla narrazione ufficiale.

Ed ecco allora che si possono scorgere qua e là un “Made in China”, una statua in bronzo che ritrae Damien Hirst con Micky Mouse. Ed ancora riproduzioni in oro di Trasformers o il busto di un faraone egizio ornato con un piercing.

Damien Hirts Venezia
Dettaglio Demon with Bowl di Damien Hirst. Photograph: Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd

Una colossale statua in bronzo alta 18 metri accoglie il visitatore al suo ingresso nella corte interna di Palazzo Grassi… e se invece fosse resina? Questo è lo spirito di questa spettacolare passeggiata tra realtà e finzione… buon viaggio.

Vedi la Gallery: Le opere di Treasures from the Wreck of the Unbelievable di Damien Hirst

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