A Napoli una retrospettiva su pittore Carlo Montarsolo

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Dal 13 gennaio al 3 febbraio Napoli ospita, nelle suggestive sale espositive di Castel dell’Ovo, la retrospettiva Carlo Montarsolo. Ritorno a Napoli.

Una retrospettiva sul grande pittore partenopeo, scomparso nel 2005, per approfondire con un puntuale itinerario la più proficua produzione dell’artista, presente a pieno titolo nella storia dell’arte napoletana e nazionale, muovendo dal figurativo fino alle soglie dell’astrazione.

Carlo Montarsolo. Ritorno a Napoli. Dal figurativo fino alle soglie dell’astrazione

Oltre 50 opere che raccontano alcuni filoni e temi significativi del percorso artistico di Carlo Montarsolo e in particolare quelli che si legano alla città e alla cultura partenopea. Due in particolare i temi fondanti della rassegna, quello delle Lave vesuviane (1955-2002) e quello del Mare (1943-2003).

Ad essi si affianca una selezione delle opere del periodo più noto del maestro, quello della fine degli anni Cinquanta e degli inizi degli anni Sessanta, ossia la sua produzione più materica, centrata sul senso della luce e sulla sua capacità rivelativa in un contesto astratto-geometrico, senza tuttavia perdere di vista la forma naturalistica (1957-2003). A completamento alcune opere “di raccordo” tra i filoni citati ed un corpus di inchiostri del  decennio 1950-1960.

Le opere in mostra, prevalentemente oli su tela ed inchiostri, alcune delle quali appartenenti alle Collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e di Banca Intesa Sanpaolo, sono selezionate dal costituendo archivio dell’Associazione Montarsolo.

Fra le opere più significative anche alcuni dipinti storici, con cui l’artista ottenne i primi significativi successi che lo proiettarono in una dimensione nazionale ed internazionale: Tempio sommerso, primo premio alla Rassegna d’Arte del Mezzogiornotenutasi nel 1962 al Palazzo Reale di Napoli (con una giuria presieduta da Argan) e Paesaggio d’inverno, esposto nel 1958 alla Mostra Internazionale Premio Marzotto per la Pittura al Musée National d’Art Moderne a Parigi e premio Mancini alla mostra all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1959.

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