Avish Khebrehzadeh: pittura disegno e video-installazioni a Milano

Pubblicità

M77 Gallery ospita, dal 19 novembre al 2 febbraio, la mostra I Sing with My Tongue Silent, personale dell’artista iraniana Avish Khebrehzadeh. Circa trenta opere che testimoniano le tecniche più significative per la produzione dell’artista: oli su tela, disegni e video-installazioni.

Nata a Theran nel 1969, Avish fa parte del gruppo di artisti della diaspora iraniana: cresciuta in una famiglia di intellettuali persianiche molto ha influenzato la sua formazione artistica, lascia giovanissima il suo Paese all’insorgere della rivoluzione pertrasferirsi a Roma, città nella quale intraprende gli studi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Successivamente si sposta negli Stati Uniti, a Washington DC, dove tutt’oggi vive e lavora. Nel 2003 partecipa alla Biennale di Arte di Venezia, occasione nella quale le viene assegnato il Leone d’oro come migliore artista giovane.

Sing with My Tongue Silent, personale dell’artista iraniana Avish Khebrehzadeh

In mostra una serie di tele ambientate nel contesto di una grande opera murale, realizzato appositamente per M77 Gallery, raffigurante un paesaggio notturno. Una foresta intricata di rami blu avvolge lo spazio, assorbendo l’intera scena narrativa e proiettando il visitatore in un clima sospeso e irrequieto.

Una ragnatela di ritratti rossi e i disegni, pratica artistica cara ad Avish Khebrehzadeh che, attraverso un tratto sinuoso, ambiguo e apparentemente infantile, crea un mondo fiabesco in cui i suoi personaggi trasmettono un senso di fragilità e al tempo stesso di dolce naturalezza.

Le tecniche più significative per la produzione dell’artista: oli su tela, disegni e video-installazioni

Se nella pittura il racconto si svolge principalmente sul piano materico e compositivo, basandosi sul magnetismo dei colori e dei rimandi, nel disegno la visionarietà dell’artista si libera nuovamente e completamente. Sulla carta l’artista iraniana, attraverso tratti sottili, crea storie ispirate in parte alla cultura occidentale, dove l’artista si è formata, e in parte a quellaorientale, di cui è originaria. Con il disegno Avish Khebrehzadeh si abbandona completamente alla narrazione, lasciandola fuoriuscire in maniera spontanea in un rincorrersi di segni che costringono l’artista ad abbandonare la fissità delfoglio.

Da questa esigenza di dare continuità al gesto nascono le video-installazioni che molto hanno condizionato lo stile dell’artista, una necessità di assecondare le movenze delle immagini e permettendo loro di raccontare compiutamente la storia del disegno, superando i confini del singolo foglio di carta.

L’arte di Avish Kehbrehzadeh è il frutto di continue sperimentazioni, una meticolosa ricerca in cui pittura, disegno, animazione e spazialità convivono in un unico impasse linguistico da cui si genera una narrazione sofisticata e visionaria. Nelle sue opere l’artista mette in comunicazione due dimensioni della sensibilità umana, da una parte la vita quotidiana, fatta di intimità, semplicità e situazioni ricorrenti, e dall’altra una dimensione più idealistica e onirica.

Leggi anche: La personale di Amelie von Wulffen alla Giò Marconi di Milano

- Pubblicità -
PubblicitÃ