L’Etna, vulcano giovane e in crescita, da visitare il prima possibile

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L’Etna, uno dei maggiori vulcani della Terra, si erge a Nord di Catania, con il suo colossale cono troncato isolato. Oltre 200 piccole bocche di fuoco o coni avventizi si elevano sui suoi fianchi, ad altitudini comprese tra i 1.500 ed i 2.500 metri di quota. La più nota di queste fenditure prende il nome di “Valle del Bove”. Lungo il suo ergersi il monte sovrappone tre diverse zone climatiche: la coltivata, dai piedi del cono vulcanico fino a circa 1.300 metri; la boscosa, che arriva fino ai 2.000 metri; la deserta, che raggiunge la vetta spesso innevata dalle nevicate frequenti nei sette mesi da ottobre ad aprile.

Le eruzioni che si sono susseguite senza soluzione di continuità negli ultimi mesi hanno portato la vetta a raggiungere i 3.357 metri, aggiungendone più di 30 alla rilevazione precedente; dagli anni ottanta quando misurava “appena” 3.270 metri e ha guadagnato oltre 100 metri di altezza alla vetta. Le eruzioni sono talmente frequenti che esiste addirittura la possibilità di scommettere su quando avverrà la prossima su molti casinò online, cliccate qui per leggere l’articolo completo.

La sua costante crescita e la sua mai cessata attività trovano riscontro nelle leggende popolari e nelle figure mitologiche che si dice abitino il vulcano.

Testimone delle più antiche evoluzioni umane, attivo con certezza almeno da Pliocene, troviamo testimonianza delle sue eruzioni in formazioni quali i Faraglioni dei Ciclopi, basalti colonnari di rara bellezza.

I suoi lunghi periodi di riposo, durante i quali visitarlo fin quasi alla cima, non devono trarre in inganno. Dall’epoca storica si contano più di 150 eruzioni, alcune delle quali particolarmente disastrose, capaci di distruggere tutta la funivia che portava alle pista da sci o di arrivare fino alle prime case alle pendici del monte o quella del 1669 quando la lava arrivò fino a Catania, distruggendo alcuni quartieri in riva al mare.

Eccellenze etnee

Valore assoluto hanno i vini, bianchi e rossi, prodotti dai vigneti che crescono sulle falde del vulcano, e che, a seconda della altitudini a cui crescono, delle diverse sabbie di disgregazione delle lave, hanno le più varie concentrazioni alcoliche ed un bouquet unico ed irripetibile. Frutto della coltivazione di vitigni autoctoni quali il Nerello, il Nerello Cappuccio ed il Mascarese che grazie ad un mix di condizioni climatiche particolari ed esclusive, di nutrienti rilasciati dalle lave in disgregazione, alle polveri delle eruzioni che si susseguono ed alla neve perenne che garantisce l’acqua sulle pendici danno origine a vini con gradazione alcolica elevata e di grande spessore. Queste stesse condizioni ambientali concorrono a rendere i prodotti agricoli coltivati sulle pendici dell’austero gigante un’eccellenza tra le già numerose eccellenze siciliane.

La produzione di oli extravergini raggiunge livelli eccelsi, così come la vasta gamma di frutta, agrumi, verdure, mandorle, fichi e pistacchi; da Bronte a Nocellara decine di produttori che possono fregiarsi del marchio DP, DOCG, IGP e di coltivazioni bio portano sulle tavole dei numerosissimi ristoranti ed agriturismi la massima qualità.

Paesaggi e ricordi 

La visita al vulcano ed alle sue pendici non si esaurisce nell’appagamento fornito dalle bellezze paesaggistiche, ma si completa piacevolmente approfittando della buona tavola, dei vini unici e dai profumi al sentore di lava, dalla calda ospitalità dei catanesi, prosegue allargando l’orizzonte alle pendici del monte, approfittando delle calde spiagge o viaggiando fino alla bellissima ed incantevole Taormina.

Nel panorama delle tappe da non tralasciare in terra di Sicilia un tour etneo deve essere sempre contemplato, nella speranza di poter approfittare di una delle tante incantevoli eruzioni “pacifiche” che questo grande vecchio ci regala con le sue fontane di lava, le esplosioni, i lanci di lapilli incandescenti che colorano la calda notte siciliana.

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