The MAST Collection. Fotografia di industria e lavoro a Bologna

In copertina: RUTH HALLENSLEBEN, Carbone e carburante sul Rhein-Heme-Kanal a Gelsenkirchen, 1995 © Ruth Hallensieben Archive, courtesy of Anton Laska

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Fondazione MAST, presenta dal 10 febbraio al 22 maggio 2022, The MAST Collection. Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia. La prima grande esposizione di opere della Collezione della Fondazione. In mostra oltre 500 immagini tra fotografie, album e video di 200 grandi fotografi italiani e internazionali e artisti anonimi.

La Collezione della Fondazione MAST. Una raccolta di immagini dedicata alla fotografia dell’industria e del lavoro

MAST COLLECTION mostra Bologna
PAOLO WOODS, GABRIELE GALIMBERTI, The Heavens. Annual Report, 2013 © Paolo Woods, Gabriele Galimberti, courtesy of the artists

La Collezione della Fondazione MAST è l’unico centro di riferimento al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro; conta più di 6000 immagini e video di celebri artisti e maestri dell’obiettivo, oltre ad una vasta selezione di album fotografici di autori sconosciuti. La raccolta abbraccia opere del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo con un processo di selezione valoriale e un accurato approccio metodologico a cura di Urs Stahel.

Nei primi anni 2000, infatti, la Fondazione MAST ha creato uno spazio appositamente dedicato alla fotografia dell’industria e del lavoro. Un obiettivo raggiunto grazie all’acquisizione di immagini da case d’asta, collezioni private, gallerie d’arte, fotografi ed artisti. Il patrimonio della Fondazione, che già conteneva un fondo che raccoglieva filmati, negativi su vetro e su pellicola, fotografie, album, cataloghi che negli stabilimenti di Coesia venivano prodotti fin dai primi del ‘900; si è così arricchito ed andato al di là dei parametri di materiale promozionale e documentaristico delle imprese del Gruppo industriale.

The MAST Collection – A Visual Alphabet of lndustry, Work and Technology, testimonianza visiva del mondo industriale e del lavoro

MAST COLLECTION mostra Bologna
BRIAN GRIFFIN, Addetta al magazzino (con olio che le cola dalle mani), 201) © Brian Griffin, courtesy of the artist

The MAST Collection РA Visual Alphabet of lndustry, Work and Technology, curata da Urs Stahel, ̬ la prima esposizione di opere selezionate dalla collezione della Fondazione. Immagini iconiche di autori famosi da tutto il mondo, fotografi meno noti o sconosciuti e artisti finalisti del MAST Photography Grant on lndustry and Work, che testimoniano visivamente la storia del mondo industriale e del lavoro.

Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson; Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka; Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas; Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastiao Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith; Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.

MAST COLLECTION mostra Bologna
SERASTIÃO SALGADO, Parso petrolifera, Aurtan, Kuwal © Sebastia Salgado/Amaronas image/ Contrasto

La mostra, proprio per la sua complessità, è strutturata in 53 capitoli dedicata ad altrettanti concetti illustrati nelle opere rappresentate. La forma espositiva è quella di un alfabeto che si snoda sulle pareti dei tre spazi espositivi e che permette di mettere in rilievo un sistema concettuale che dalla A di Abandoned e Architecture arriva fino alla W di Waste, Water, Wealth.

The MAST Collection documenta inoltre il progresso tecnologico e lo sforzo analogico sia del settore industriale sia della fotografia; rappresentato oggi dai dispositivi digitali ultra leggeri, in perenne connessione, capaci di documentare, stampare e condividere il mondo in immagini digitali e stampe 3D. Dall’industria, dalla fotografia e dalla modernità si passa all’alta tecnologia, alle reti generative delle immagini e alla post-post­ modernità, ovvero a una sorta di contemporaneità 4.0. Dalla semplice copia della realtà alle immagini generate dall’intelligenza artificiale.

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