Pier Paolo Pasolini negli scatti di Dino Pedriali in mostra a Monza

In copertina: © by SIAE 2022 | Dino Pedriali, Pier Paolo Pasolini, 1975. Collezione Fondazione Luigi Rovati

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Nel centenario della nascita i Musei Civici di Monza rendono omaggio a Pier Paolo Pasolini con una mostra fotografica di Dino Pedriali. Una selezione di scatti dal titolo Pasolini. Anima e Corpo,  che ritraggono il grande intellettuale a cura di Elio Grazioli.

Quaranta fotografie provenienti dalla collezione della Fondazione Luigi Rovati, risalenti all’ottobre 1975; le immagini raccontano l’intima quotidianità del Pasolini scrittore e artista, tra le sue due case di Chia e Sabaudia. La mostra è realizzata dal Comune di Monza in collaborazione con la Fondazione Luigi Rovati.

Pasolini. Anima e Corpo. Gesti quotidiani e momenti intimi di Pasolini catturati nelle fotografie di Dino Pedriali

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© by SIAE 2022 | Dino Pedriali, Pier Paolo Pasolini, 1975. Collezione Fondazione Luigi Rovati

Dino Pedriali fu chiamato da Pasolini in persona per eseguire, in due sessioni di due giorni ciascuna, il servizio fotografico. Secondo il fotografo, l’intellettuale avrebbe voluto inserirle in Petrolio, suo ultimo romanzo, uscito postumo. Pasolini però non vide mai quelle fotografie; l’appuntamento per visionare i provini era previsto per il 2 novembre 1975, il giorno in cui il suo corpo fu ritrovato al Lido di Ostia.

Come in un film le immagini mostrano, con struggente intensità, la vita dell’eclettico Pasolini immortalato in diversi momenti. Mentre scrive, corregge, disegna; ma anche nelle sue passeggiate amate per le strade. Pasolini concede infine all’osservatore di entrare nell’intimità della propria stanza. Qui Dino Pedriali lo ritrae nudo, con un’espressione di  studiata sorpresa e fingendosi inconsapevole della presenza dell’occhio esterno; una situazione concertata fra Pasolini e il fotografo, affinché gli scatti apparissero“rubati”.

Commenta il curatore Elio Grazioli: “Sono le ultime fotografie scattate a Pasolini da un giovane ammiratore e già esperto e determinatissimo fotografo, ma soprattutto c’è la regia, proprio in senso cinematografico, dello scrittore che dirige il fotografo. Il risultato è uno strano incrocio tra realtà e finzione, tra esibizione e scavo, che cattura corpo e anima di Pasolini in un modo indiretto ma rivelatore. Quando poi su questa singolare situazione costruita si sa oggi che incombeva l’ombra della morte, ecco che la luce della vita acquista una magia imprevista”.

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