Eterno femminino, il fascino femminile di inizio Novecento in mostra a Trieste

Pubblicità

Fino al primo aprile del 2024 Trieste ospita la mostra Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900 – 1940. Una trentina di ritratti di donne triestine dei primi decenni del ‘900 riunite per la prima volta nelle sale del Museo Sartorio.

eterno-femminino-mostra-trieste
Cesare Sofianopulo: Ritratto di Luciana Valmarin, 1927, olio su tela, 195 x 130 cm, collezione privata

Promossa dall’Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo-Servizio Promozione Turistica, Musei, Eventi culturali e sportivi-P.O. Musei Storici e Artistici del Comune di Trieste, e realizzata da Trart-Società cooperativa di servizi culturali, la mostra è a cura di Federica Luser, Michela Messina e Alessandra Tiddia.

Eterno femminino. Uno sguardo intimo sulla borghesia cosmopolita e pluriconfessionale della città di Trieste

I dipinti provengono dalle collezioni del Museo Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private, e vogliono offrire uno sguardo particolare su Trieste, attraverso alcune opere dei suoi migliori artisti del secolo.

eterno-femminino-mostra-trieste
Gino Parin, Vanità, 1927 ca., olio su tela, 167×190 cm. Collezione privata

Una galleria di ritratti femminili propone una Trieste osservata nelle sue pieghe più intime, nei volti e nei corpi di donne di quella borghesia cosmopolita e pluriconfessionale che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel diciannovesimo secolo e nel primo ‘900.

Il soggetto della mostra è il mondo femminile, l’eterno femminino. Il focus è su quelle donne triestine i cui sguardi, pose, movenze riflettono la caratteristica principale per cui sono conosciute: quel fascino discreto ma volitivo legato al loro essere indipendenti e sicure di sé. Una sorta di proiezione della coscienza segreta delle donne, ritratte nella loro diversità: muse, amiche, mogli, amanti, donne bellissime e sfrontate, provocanti e soddisfatte, timide e riservate, specchio della Trieste di allora. Un fascino discreto, enigmatico e ambiguo a volte, colto nella mondanità e nel segreto delle stanze.

eterno-femminino-mostra-trieste
Mario Lannes: Donna con rovine, 1930 ca. olio su tela, 71 x 71 cm, collezione privata

Più che un melting pot Trieste è una costellazione, più che un crogiolo ove tutto si mescola e amalgama, è una partitura a più voci. «Gente con premesse diverse che deve tentare di conciliare gli inconciliabili, che naturalmente non ci riesce e saltan fuori tipi strani, avventurieri della cultura e della vita […]» (Bobi Bazlen).

L’arco temporale in cui sono state realizzate le opere di Eterno Femmineo si concentra sui primi quattro decenni del XX secolo, anni particolari e di grandi cambiamenti, sospesi tra euforia e dramma a causa delle trasformazioni epocali di una città che, dopo la Prima Guerra Mondiale, vede il proprio mondo sgretolarsi e poi ricostruirsi in forme e modi diversi. Diverse ed eterogenee sono le sensibilità artistiche e i linguaggi espressivi che, pur strettamente determinati da un’esigenza di realtà – una costante dell’arte a Trieste per tutto il ‘900 – oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le atmosfere legate al mondo del Déco come a quelle del Realismo Magico.

Ma ciò che raccorda queste raffigurazioni del femminile, il comune denominatore delle opere selezionate, sta in quell’equazione sottile, talvolta celata, altre volte più manifesta fra queste figure e Trieste, quel fascino discreto e perturbante, quella “scontrosa grazia” che affiora nelle pose, nelle espressioni dei volti, ma anche in uno sguardo, nel rapporto fra l’effigiata e il contesto, spesso espresso da un dettaglio o raccontato nello spazio della tela e che riflette l’immagine di un’essenza sottile, quella di una città controversa: Trieste, appunto.

eterno-femminino-mostra-trieste
Bruno Croatto: Ritratto di giovane donna in abito nero, 1931, olio su tela, 69 x 61,2 cm. Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste

Franco Asco, Antonio Camaur, Glauco Cambon, Bruno Croatto, Cesare Cuccoli, Oscar Hermann Lamb, Mario Lannes, Pietro Lucano, Giannino Marchig, Piero Marussig, Giovanni Mayer, Argio Orell, Gino Parin, Nino Poliaghi, Arturo Rietti, Ruggero Rovan, Edgardo Sambo, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Vito Timmel, Carlo Wostry sono gli autori delle opere scelte per questa esposizione.

Leggi anche: DADAMAINO, LA RETROSPETTIVA AL MA*GA DI GALLARATE

- Pubblicità -
Pubblicità