Fondazione ICA: tre nuove mostre tra pittura, installazioni e memoria dal 27 settembre all’8 novembre

In copertina © Lewis Hammond Litany2025

Da ieri, 27 settembre e fino all’8 novembre saranno visitabili presso Fondazione ICA – Istituto Contemporaneo per le Arti – tre nuove mostre.

Lewis Hammond Black Milk

Lewis HammondBlack Milk
A cura di Chiara Nuzzi
Courtesy Andrea Rossetti Archive

A cura di Chiara Nuzzi

L’economia complessiva della ricerca di Hammond – spiega la curatrice della mostra Chiara Nuzzi – è radicata nelle crisi del presente: l’artista proietta nei suoi dipinti le situazioni sociali e psicologiche, le disuguaglianze e le incertezze del mondo contemporaneo. Il focus della prolificità di Hammond è ora evidentemente riscontrabile anche negli spazi di Fondazione ICA con Black Milk; il nome della mostra è da imputarsi proprio alla complessità della della condizione umana, che si compone della paura del vuoto e dell’ ignoto, come traspare dalle espressioni dei protagonisti dei dipinti, e – contestualmente – di un fattore di rinnovamento e speranza.

Oliver OsborneThe Sleeping Guard

Oliver Osborne - The Sleeping Guard
Courtesy Andrea Rossetti Archive

A cura di Alberto Salvadori

Con una serie di dipinti e disegni realizzati nell’ultimo decennio The Sleeping Guard indaga il contributo che la pittura può ancora apportare nell’era digitale. Come lo stesso Osborne asserisce: “in questo momento digitale c’è moltissimo che riguarda la simultaneità, l’essere in più spazi o tempi allo stesso tempo e le opere esposte testimoniano come la ripetizione del soggetto possa sovvertire le forme statiche della rappresentazione cambiando l’immagine attraverso il tempo.

Uno dei lavori centrali della mostra – Mantegna’s Dead Christ (2022) – si ispira al Cristo Morto di Mantegna (1480 ca.) esposto alla Pinacoteca di Brera. Accanto ad uno dei soggetti più ricorrenti della storia dell’arte, in The Sleeping Guard è possibile trovare istanze di soggetti più singolari, quale il ritratto di Michael Majerus a sua volta ispirato al ritratto realizzato da Albrecht Fuchs nel 1996. È l’omaggio ad un artista che – seppur scomparso prematuramente – è stato antesignano nell’ individuare le potenzialità della pittura nell’epoca digitale.

La coesistenza e l’accostamento di soggetti “senza tempo” e di soggetti contemporanei colpisce il visitatore e dimostra che – come nelle intenzioni di Osborne – il ruolo del pittore del XXI secolo può coinvolgere -appunto, in modo simultaneo – tanto gli uni quanto gli altri.

Isabella Costabile Whose is this?

Isabella Costabile – Whose is this?
Courtesy Andrea Rossetti Archive

A cura di Chiara Nuzzi e Gabriella Rebello Kolandra

L’estro artistico di Isabella Costabile spazia tra la scultura e l’istallazione e prende forma attraverso l’assemblaggio. Le cinque opere esposte nella project room di Fondazione ICA recuperano materiali ed oggetti appartenuti alla sua famiglia o ritrovati agli angoli delle strade – dunque il nome Whose is this?. La mostra vuole offrire al visitatore la consapevolezza che la funzionalità una volta appartenuta agli oggetti non si limita ad essere squisitamente pratica, ma può essere anche strumento per un linguaggio altro, che mette in discussione le idee convenzionali di proprietà e funzionalità – spiega Costabile. Gli oggetti utilizzati dall’artista compongono un paesaggio della memoria in cui ogni oggetto porta con sé il valore del tempo ed è in grado di raccontarlo negli spazi espostivi.

Fondazione ICA è una fondazione privata non-profit intorno a cui gravitano artisti, appassionati e collezionisti d’arte contemporanea. La fondazione nasce con lo scopo di mettere n relazione le dimensioni pubblica e privata per offrire al pubblico mostre, cinema, performance ed educazione.

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