Il CNSA approva il consumo di carni rosse, ma attenzione a grigliate e fritture

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Dallo scorso ottobre, ovvero da quando l’OMS aveva lanciato un preoccupante allarme, le carni rosse sono rimaste sotto i riflettori in maniera quasi incessante. Ora il CNSA, il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare, prova a sollevare ulteriori ipotesi con uno studio: secondo il comitato, il fattore cancerogeno delle carni sarebbe condizionato dai metodi di cottura e dalla loro trasformazione.

Un piccolo passo pacificatore, dunque, verso le carni, che secondo il CNSA sono una parte fondamentale della nostra vita. Al loro interno vi sono proteine dall’alto valore biologico, nonché nutrienti essenziali, senza i quali sarebbe difficile vivere – soprattuto in fasce particolari della crescita. I risultati della ricerca, svolta per far fronte alle domande poste proprio dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, consiglierebbero certo un consumo ridotto e controllato, ma soprattutto una grande attenzione ai metodi di cottura e trasformazione. In particolare bisognerebbe evitare il più possibile le grigliate ad alta temperatura e la frittura, due metodi classici tradizionalmente amati dagli italiani.

L’assunzione controllata di proteine animali, insieme a un grande apporto di vitamine e fibre, scongiurerebbe l’insorgere generico del cancro. I risultati sono però parziali, per avere un quadro preciso bisognerà aspettare la seconda metà di quest’anno, quando la monografia sarà pubblicata per intero.

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