L’oscurità buia e impenetrabile del rosso di Tarik Berber in mostra a Firenze

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Aria Art Gallery ospiterà a Firenze, dal 16 giugno al 30 luglio, la mostra di Tarik Berber, dal titolo Toxic Cadmium. L’artista di origine bosniaca torna con una mostra personale che raccoglie la sua ultima produzione, in cui il leitmotiv imprescindibile è la presenza del rosso.

Nato a Banja Luka, in Bosnia, nel 1980. Fugge presto dalla sua citta’ di origine e si stabilisce a Bolzano con la famiglia. Si trasferisce poi a Firenze per conseguire gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti, dove si laurea in Pittura. Oggi vive e lavora a Londra.

Le opere di Tarik Berber tra influssi pompeiani e la spontaneità dei volti

Quadri, la cui matrice risale ai cicli pompeiani, per tinte ed intensità, attualizzati in una chiave personale, che porta le tracce della formazione dell’artista e della sua ricerca sulla figura umana, scandagliata in tutto il corso della sua carriera.

I dipinti realizzare da  Tarik Berber sembrano mosaici, affreschi, sembrano vivere di identità passate e traslate dinnanzi ai nostri occhi con la spontaneità dei volti di chi si incontra camminando per strada.

La storia dell’arte si mescola con la contemporaneità in maniera non citazionistica. L’artista non ricerca un confronto con i grandi maestri del passato, ne trae le suggestioni che coglie e riesce a traslarle sulla tela con una cifra assolutamente personale.

Tarik Berber mostra Firenze
© Tarik Berber, Toxic Cadmium 4, (Part.), 2016 | Courtesy of Tarik Berber e Aria Art Gallery

Tarik Berber negli olî del ciclo Toxic Cadmium utilizza il pigmento rosso tendente al porpora derivato dal cadmio, come elemento d’indagine delle pieghe dell’essere, in cui immanenza e trascendenza convivono, come estensioni letterali del pensiero.

La vera tossicità messa in luce da Berber sta nell’oscurità che il rosso possiede, mentalmente più profonda del nero: qualcosa che appartiene alla nostra oscurità interiore, molto più buia e impenetrabile di qualunque altra oscurità.

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