I castelli sospesi tra il giorno e la notte di Jan Fabre a Milano

Pubblicità

Jan Fabre approda a Milano con la mostra  I Castelli nell’Ora Blu, la prima personale  milanese dell’artista ospitata dalla BUILDING Gallery,  dal 22 settembre al 22 dicembre.

Installazioni site-specific in galleria e alcune appendici in spazi istituzionali della città di Milano, la basilica di Sant’Eustorgio e la Cappella Portinari. Una selezione di lavori in gran parte inediti, provenienti dalla collezione dell’artista, realizzati da Jan Fabre dalla fine degli anni Ottanta e incentrati su due temi particolarmente significativi per il maestro: i castelli e l’Ora Blu.

I Castelli nell’Ora Blu: installazioni site-specific e lavori inediti dalla collezione di Jan Fabre

Disegni, collage, film, opere fotografiche e sculture compongono un percorso di fusione delle due tematiche nel pensiero di Jan Fabre, dichiarata nel titolo della mostra, che si fa evidente nelle opere esposte, a partire da Tivoli (1990). Qui Fabre ha ricoperto completamente il castello di Tivoli (Mechelen) con fogli disegnati a bic blu, che ha lasciato trasformarsi alla luce e alle intemperie. Una vera e propria performance architettonica che l’artista ha filmato giorno e notte, realizzando un film che sarà presente in galleria.

La tonalità dell’inchiostro bic ricorda all’artista l’atmosfera di quel momento speciale tra la notte e il giorno, tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte. L’Ora Blu, un momento di totale silenzio e perfetta simmetria in natura, quando gli animali notturni si stanno per addormentare e quelli diurni si stanno svegliando, in cui i processi di metamorfosi hanno atto.

Bic Art: il disegno che diventa scultura e architettura

Teorizzata da Jean-Henri Fabre, considerato il padre dell’entomologia, l’Ora Blu ha ispirato a Jan Fabre una produzione di disegni a penna bic di vario formato, ma è soprattutto nelle opere di grandi dimensioni che l’occhio si immerge completamente nelle fitte linee blu, dove è difficile abbracciare con lo sguardo l’opera nella sua interezza.

Il disegno, in questa produzione di Fabre, acquisisce dignità non solo autonoma ma anche tridimensionale, diventa scultura, architettura. Non si tratta più di preparazione all’opera pittorica o bozzetto per quella scultorea, ma è un’opera immersiva che rivela il sentimento più intimo, vero e istintivo del pensiero dell’artista.

Su questa idea Jan Fabre lavora sin dai suoi esordi, dalla nascita della sua “bic art”. Di fronte al grande telo in seta esposto all’interno della basilica di Sant’Eustorgio, al cospetto delle sculture nella Cappella Portinari o nell’opera site-specific che l’artista ha realizzato presso BUILDING, si è dentro il disegno, che diviene spazio, casa, castello.

Leggi anche: The Cleaner: 50 anni di Marina Abramović a Firenze

- Pubblicità -
Pubblicità