Rhu/Soul, la personale di Maïmouna Guerresi a Milano

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La galleria Officine dell’Immagine ospita a Milano, dal 14 novembre al 18 gennaio, la mostra Maïmouna Guerresi. Rhu/Soul, la più ampia personale mai realizzata in Italia dell’artista italo-senegalese.

La mostra ripercorre in otto scatti, un video e alcune installazioni, i tratti distintivi della carriera artistica di Maïmouna Guerresi, ponendo l’accento su un registro lessicale che combina rimandi mistici e influenze taumaturgiche. La scelta stessa del titolo – in arabo rhu significa “spirito interiore” – identifica uno stile narrativo che si caratterizza per la spiccata sensibilità contemplativa, da sempre filo conduttore della poetica di Maïmouna Guerresi.

Maïmouna Guerresi. Rhu/Soul. Personaggi monumentali ed eterei, sospesi fra realtà e trascendenza

L’artista esplora, attraverso la molteplicità dei linguaggi stilistici  (dal video all’installazione, dalla fotografia alla scultura) un percorso che trova nell’esaltazione della spiritualità, il motore di ricerca primario. Nel suo lavoro, il corpo diventa allegoria della dimensione interiore: il corpo come luogo d’incontro di fedi diverse, come manifestazione della forza umana, come dimora sacra in continuo divenire.

Gestualità, cromatismo, scelta degli abiti e degli scenari, costruiscono un istante immortalato nella sua complessa elaborazione che regala ai personaggi una monumentalità quasi eterea, sospesa fra realtà e trascendenza. Frequenti sono i richiami alla credenza sufi, una specifica pratica mussulmana dal carattere mistico e ascetico che colloca l’uomo al centro dell’universo, in rapporto diretto con il divino.

Questa ricerca d’intimo dialogo con il divino rivendica l’importanza degli elementi naturali come la simbologia dell’albero o del ramo – ben rappresentata in mostra da opere come Flow (Beyond the Border)Queen Hathun – che diventano ponte metafisico fra il cielo e la terra; ma sorprende anche per l’impiego di altalene, trampolini o sacchi gonfi d’aria, metafore di un processo di sospensione, di sollevamento dal suolo, come nei poetici lavori Red BalanceSwing, anch’essi esposti nello spazio milanese.

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