Milano negli scatti di Giovanna Silva alla Triennale

In copertina: Giovanna Silva, Biblioteca Civica a Palazzo Sormani, Arrigo Arrighetti, 2021

Pubblicità

Fino al 12 dicembre Triennale Milano presenta al pubblico la mostra di Giovanna Silva Milan. City, I listen to your heart. Una selezione di circa mille fotografie scattate a Milano nell’arco di un anno installata nella Scala brutalista del Palazzo dell’Arte. Il progetto di allestimento di Piovenefabi è arricchito da una mappa della città disegnata da Michele Marchetti con i luoghi degli scatti fotografici.

Alla fine degli anni Trenta, Alberto Savinio compone un’ode a Milano: per trecento pagine si dilunga sulle strade e i monumenti della città, sulle sue personalità, i suoi segreti e la sua nebbia. Ispirata da Savinio, Silva è attratta dall’anima segreta della sua città, una geografia che ama e detesta in egual misura.

Giovanna Silva, una visione tortuosa e complusiva che cerca di catturare l’anima elusiva e ineffabile della città meneghina

Per un intero anno fotografa Milano alzandosi alle sei del mattino, muovendosi lungo elaborati itinerari circolari che abbracciano il centro e la periferia. Torna in alcuni luoghi infinite volte, un nuovo giorno, una nuova luce, una città semi addormentata, sospesa, ancora lontana dalla frenesia lavorativa che la contraddistingue.

Giovanna Silva si concentra sugli edifici moderni e contemporanei. Ma il risultato non è la Milano delle maestose facciate del centro: la sua è una visione della città tortuosa e compulsiva che si sforza di catturare qualcosa di elusivo, ineffabile. Le immagini in mostra spesso sono irregolari, raramente rappresentano l’intero edificio. I luoghi sono fotografati due, tre, quattro volte, ogni immagine si giustappone alla seguente offrendo una poetica vertiginosa di forma e linea, linea e colore.

Giovanna Silva milano triennale
Giovanna Silva, Biblioteca Civica a Palazzo Sormani, Arrigo Arrighetti, 2021

Abbondano i dettagli stravaganti, colti con sguardo ironico e affettuoso, immersi in una luce quasi metafisica.  Una serie di “panettoni” dipinta come personaggi dei Minions; un operatore solitario che si piega sulla sua scopa accanto a un’imponente struttura di acciaio e vetro; le spensierate parole “Ciao a tutti” sul muro in un cantiere abbandonato. La città parla all’artista e l’artista risponde.

Immagini che, contrariamente a quanto si possa pensare, si distinguono per le loro cromie. Giovanna Silva ritrae i lussureggianti colori del tramonto sul municipio di Sesto San Giovanni di Piero Bottoni, originalmente pensati per evocare i colori di un altoforno. Alla Feltrinelli di Herzog & de Meuron, l’uniforme arancione dei lavavetri sospesi in alto echeggia il colore di un barboncino che corre lì davanti. O ancora di fronte all’austera Torre Isozaki una scultura raffigura due colonne in alluminio che si tengono a braccetto. Un raro momento di humor, dello “strano e mostruoso” in cui si riflette il pensiero di Savinio. In occasione della mostra Mousse Publishing pubblica il libro dal titolo City, I listen to your heart. Milan.

Leggi anche: PLAUTILLA BRICCI, LA PRIMA PERSONALE ALLA GALLERIA CORSINI

- Pubblicità -
Pubblicità