Tim Burton: la mostra al museo del Cinema di Torino

In copertina: Gentile Concessione del Museo del Cinema di Torino

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Al Museo del Cinema di Torino è in corso la mostra sul regista visionario Tim Burton: 540 opere esposte, tra schizzi mai diventati film e i classici che conosciamo. Il direttore e curatore del museo Domenico de Gaetano ha costruito una mostra immersiva e dinamica, in cui diverse arti si connettono insieme nel cuore della Mole Antonelliana. Ed è proprio qui che avviene la magia: le opere sono esposte nell’Aula del Tempio e lungo la rampa elicoidale, quasi a creare un percorso che si apre con la riproduzione della scrivania del disegnatore e che permette allo spettatore di entrare nella mente creatrice dell’artista. Una mente che si srotola e mostra ciò che è stato concepito e vivificato dal trasferimento su carta.

Salendo la rampa si notano subito i tipici disegni e colori “burtiani”, quelli che abbiamo visto in stop-motion come Nightmare Before Christmas, Frankeweenie, La sposa cadavere e in film come Sweeney Todd e Edward Mani di Forbice. Ma ciò che salta subito all’occhio è la suddivisione tematica voluta dal direttore: 9 sezioni che rappresentano un tema in particolare, dai primissimi disegni a quelli preparatori per i film. Sono i vari momenti della carriera di Tim Burton, che mettono in evidenza la creatività artistica e il flusso continuo di invenzione e creazione. Ogni sezione ha il suo colore, voluto non tanto per ingabbiare quella creatività artistica, ma per esternare il legame indissolubile che si crea tra la creazione artistica e l’emotività di chi guarda. La sezione Polaroid, ad esempio, rappresenta diverse stampe di grandi dimensioni fatte utilizzando un’inusuale Polaroid 20×24 per imprimere su pellicola il suo lavoro quotidiano di regista alle prese con Nightmare Before Christmas e Mars Attacks!. In questa sezione compaiono i suoi lavori grottesco-comici e il motivo dello “stitching”, cioè i corpi ricuciti, tipici delle sue opere.

La visita è tutta giocata sulle emozioni scatenate nello spettatore, perché viene accompagnata dalle musiche dei film e degli stop-motion, proprio quelle composizioni melodiche, spesso ripetitive ma mai noiose, che ammorbidiscono il passare del tempo e che trasportano lo spettatore nella mente visionaria dell’artista.

Tim Burton a Torino
Gentile Concessione del Museo del Cinema di Torino

Il ruolo che hanno giocato e giocano gli “outsider” nel mondo di Tim Burton è evidente fin dall’ingresso della mostra: un mostro gigante che spalanca le fauci e che apre la porta di ingresso al suo mondo. Questo concetto, infatti, è molto caro anche al direttore, che, durante la conferenza stampa, ha voluto rimarcare l’importanza di avere come protagonista delle opere di Burton un reietto, un emarginato, un “outsider” che viene discriminato perché tale, ma che poi rivela di avere dentro di sé un mondo nascosto, inaccessibile a chi non sa vedere con gli occhi del “diverso”. E lo stesso Burton – durante la conferenza – ha detto: «Sono stato fortunato ad avere avuto un certo successo nella vita, ma continuo a sentirmi allo stesso modo. È qualcosa che non ti lascia mai. Mi sento sempre così: praticamente felice e funzionale nella società, ma queste cose [il reietto e la marginalità che lo accompagna] ti rimangono dentro». Insomma, personaggi che alla fine fanno capire come stare al mondo, quel mondo tutto loro – e nostro – che non segue altre regole se non le proprie.

La mostra rimarrà esposta dal 11 ottobre al 7 aprile 2024. Il 10 ottobre il regista sarà presente alla Masterclass e riceverà il premio “Stella della Mole” come riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo alla storia del cinema; alla sera verrà proiettato il film Beetlejuice al cinema Massimo di Torino.

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