MILANO E LA MALA: in mostra la criminalità milanese

Pubblicità

La storia di una città raccontata attraverso il suo lato più oscuro. Quarant’anni di vita che tracciano il volto tragico di una metropoli in rapida ascesa economica, in cui i fatti reali sembrano usciti dalla penna di un grande scrittore di gialli. Sono queste le suggestioni che s’incontrano nella mostra MILANO E LA MALA. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzascain programma a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine dal 9 novembre all’11 febbraio.

L’esposizione ripercorre la nascita e l’affermazione della criminalità a Milano, tra la fine degli anni quaranta e la metà degli anni ottanta. 140 fotografie, video, documenti e “strumenti del mestiere” come la celebre custodia del mitra di Luciano Lutring, i dadi usati nelle bische e, ancora, le armi utilizzate dalla polizia per combattere il crimine, a documentare l’evoluzione della malavita in città, dai gruppi improvvisati all’affermazione del fenomeno malavitoso, attraverso personaggi e azioni che ne hanno segnato la storia.

MILANO E LA MALA Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca

La mostra MILANO E LA MALA. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca  parte dalla fine della seconda guerra mondiale e si dipana attraverso la famosa rapina di via Osoppo del 1958, definita “il colpo del secolo”. L’episodio che rappresentò l’apice della Ligera, una forma di delinquenza tutta milanese che ebbe origine già nel XIX secolo, composta da piccoli gruppi di criminali e spesso “romanticamente” ricordata anche nelle canzoni popolari.

L’assalto al portavalori di via Osoppo segnò la fine di questo tipo di malavita lasciando il campo, nel ventennio 1960-1980, a una nuova forma criminale strutturata in gruppi omogenei diretta al controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e, infine, del traffico degli stupefacenti. Tra i protagonisti di questa stagione nomi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West. A fare da sfondo a queste imprese c’è una metropoli come Milano che, a seguito del boom economico, si modifica in maniera profonda. La Milano della Mala è una città che vive anche di notte nelle bische, nei night club, nei circoli privati.

L’esposizione documenta tutte queste atmosfere, oltre a riportare in primo piano i quartieri della malavita: il Giambellino, l’Isola, la casba di via Conca del Naviglio e il Ticinese. Particolari focus sono poi dedicati a specifici fenomeni, come i sequestri reali e quelli solamente minacciati, i luoghi di detenzione e le rivolte carcerarie,  e ai gruppi di feroci killer come i famigerati Apaches di Epaminonda che terrorizzarono la città nei primissimi anni ottanta.

Un importante e ulteriore approfondimento è rivolto agli eroici rappresentanti delle forze dell’ordine, in primis il commissario Mario Nardone e il futuro questore Achille Serra. L’esposizione si chiude idealmente con la sezione dedicata a Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, ultimo rappresentante di una malavita milanese che dai primi anni ottanta lascerà il passo a nuove e più cruente forme di criminalità.

Leggi anche: A Milano la mostra Tosi e Sironi: due maestri, due amici

- Pubblicità -
Pubblicità