Le fotografie del poliedrico Franco Grignani a Milano

Pubblicità

Dal 10 febbraio al 24 marzo, la Galleria 10 A.M. Art di Milano rende omaggio, a 110 anni dalla sua nascita, a Franco Grignani (1908-1999), artista tra i più profondi innovatori del Novecento.

igura poliedrica che si è mossa sul sottile confine che lega arte, design e grafica, la scorsa estate Grignani è stato protagonista di una importante antologica alla Estorick Collection di Londra. Questa nuova retrospettiva si concentra sull’uso della fotografia che il grande artista e grafico lombardo ha praticato costantemente nel corso di tutta la sua attività, con particolare fervore negli anni cinquanta.

La mostra, curata da Marco Meneguzzo, in collaborazione con l’Archivio Manuela Grignani Sirtoli, presenta 20 opere tra sperimentali ottici su tela emulsionata e tavola e fotografie ai sali di bromuro d’argento.

Fotografia: bozza ed essenza stessa nel lavoro di Franco Grignani

La generazione artistica di Franco Grignani è proprio quella che “scopre” le possibilità linguistiche della fotografia, spingendosi nel territorio, apparentemente estraneo a quella disciplina, che è l’astrazione. Come altri suoi coetanei, pionieri di questa “esplorazione”, Grignani vede schiudersi un mondo davanti a sé e lo approfondisce, non come se fosse avulso da altre pratiche artistiche, ma come connaturato a esse, quasi che la sperimentazione fotografica potesse essere propedeutica al lavoro di grafica optical che ha caratterizzato tutta la sua carriera.

Di fatto, fotografia, grafica e pittura si intersecano indissolubilmente nel lavoro di Grignani, che alla fotografia chiede di poter sperimentare le infinite varianti di pattern e textures simili, sia che intenda riportarle in pittura, sia che preferisca utilizzarle nella loro veste iniziale di carta emulsionata.

Una visione che sfrutta capacità “laterali” della mente nella visione dell’opera. La fotografia, utilizzata secondo empirismi segreti e gelosamente custoditi, diventa così l’equivalente del bozzetto, dello schizzo iniziale dell’opera, ma al contempo ne costituisce anche l’essenza. Per questo, in mostra sono esposte superfici pittoriche derivate da sperimentazioni fotografiche, tele emulsionate di estrema rarità e grandezza, oltre a un numero davvero cospicuo di carte fotografiche, firmate dall’artista, che testimoniano della puntigliosa ricerca della “variante” più interessante in un mondo in bianco e nero”.

Leggi anche: Politica, Donna, Violenza, Natura e Morte: Frida Kahlo al MUDEC

- Pubblicità -
Pubblicità