The light of darkness, la ricerca di Emilio Fatin a Torino

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Palazzo Barolo a Torino ospita, dal 26 ottobre all’8 dicembre, The light of darkness di Emilio Fantin. Prima mostra italiana del progetto Risvegli a cura di Gabi Scardi con Katherine Desjardins (Chicago).

Il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

The light of darkness, prima tappa italiana del progetto Risvegli

Tappa fondamentale del progetto Risvegli, una serie di eventi tra Italia e Usa, la mostra The light of darkness presenta, negli immersivi ambienti delle cantine di Palazzo, l’Integratore di Emilio Fantin.

Un dispositivo spaziale di dimensioni ambientali concepito al fine di integrare stati di coscienza diversi, per favorire incontri uno a uno tra individui dai diversi trascorsi di vita, alcuni dei quali hanno attraversato lo stato del coma. Al suo interno si svolgono attività che coinvolgono il pubblico in esperienze di improvvisazione immaginativa e onirica; attraverso di esse l’artista intende stimolare l’esplorazione delle dimensioni meno esposte della realtà.

La mostra comprende anche disegni e fotografie riferiti a diversi stati di coscienza e sette video, volti a riportare le testimonianze di coloro che hanno partecipato al progetto, condividendo la propria esperienza dello stato di coma. Le medesime persone sono protagoniste poi di un filmato realizzato in occasione di alcune performance tenutesi presso il Mambo di Bologna nel mese di settembre.

The light of darkness mostra Emilio Fantin Torino
Emilio Fantin. Risvegli – The light of darkness, Palazzo Barolo, Torino

Emilio Fatin porta a Torino l’indagine a lungo termine che l’artista conduce sugli stati di coscienza desta, di sogno, di sonno

La ricerca di Emilio Fantin si sofferma sulle forme del sensibile e dell’esistenza immateriale, indagando le relazioni tra fatti e sogni, tra attività sensoriale e costruzione dell’immagine interiore, tra vita e morte; nella convinzione che flussi, impulsi, intenzioni e movimenti di pensiero, sebbene soggettivi e invisibili, costituiscano l’origine dei fatti concreti e manifesti. Al centro del progetto, l’indagine a lungo termine che l’artista conduce sugli stati di coscienza desta, di sogno, di sonno.

Una ricerca che ha portato Fantin anche all’ambito del coma, coinvolgendo una serie di persone, tutte reduci da tragici traumi ma capaci di esprimere forza vitale e nuovi orizzonti. Tra i temi centrali del lavoro ci sono dunque il rapporto con il corpo, il vivere situazioni di anomalia, la possibilità di costruire una seconda esistenza dopo un cambiamento radicale.

Durante le giornate del 4, 5 e 26 novembre si svolgeranno alcune performance dedicate ai sogni e alla costruzione di un racconto per immagini. Si terranno all’interno dell’Integratore e  prevederanno la partecipazione del pubblico al fine di costruire un racconto collettivo, senza mediazioni, del flusso di immagini che attraversa la mente. La prenotazione è obbligatoria attraverso il link fantin-performance.eventbrite.it

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