Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura a Galleria Borghese

A più di trent'anni dall'ultima esposizione italiana dedicata al Maestro del Seicento oltre 30 opere celebrano il genio di Guido Reni e la sua maestria nella pittura di paesaggio. FOTO di copertina: Guido Reni, Danza campestre, 1605-1606, olio su tela, 81 x 99 cm, Roma, Galleria Borghese, ph. Mauro Coen, © Galleria Borghese

Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura a cura di Francesca Cappelletti. La mostra ruota attorno al dipinto Danza campestre, da un anno tornato a fare parte della collezione Borghese grazie alla sua acquisizione, tassello fondamentale per ricostruire i primi anni del soggiorno romano dell’artista. Il biglietto della mostra non subirà maggiorazioni e consentirà la visita alla mostra e all’esposizione permanente

La mostra

Con Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura – a cura di Francesca Cappelletti – dal 1 marzo al 22 maggio 2022 la Galleria Borghese inaugura, a più di trent’anni dall’ultima grande esposizione italiana, la prima di una serie di mostre internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano.

La mostra ruota attorno al ritrovato dipinto di Reni Danza campestre (1605 circa), che da un anno è tornato a fare parte della collezione del museo. Appartenente alla collezione del cardinale Scipione Borghese, citato negli antichi inventari sin dall’inizio del Seicento, venduto nell’Ottocento, prima disperso, e poi ricomparso nel 2008 sul mercato antiquario londinese come anonimo bolognese, il quadro, dopo le opportune verifiche attributive, è stato riacquistato dalla Galleria nel 2020. Oltre a rappresentare un’importante integrazione storica del patrimonio del museo, la sua presenza nelle sale della pinacoteca accanto agli altri dipinti della collezione sottolinea la fondamentale importanza della committenza Borghese per Guido Reni e offre l’opportunità di riflettere sul rapporto del pittore con il soggetto campestre e la pittura di paesaggio, finora ritenuti “estranei” alla sua produzione.

Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura attraverso l’esposizione di oltre 30 opere, prova a ricostruire – partendo dall’interesse di Reni per la pittura di paesaggio in rapporto ad altri pittori operanti a Roma nel primo Seicento – i primi anni del soggiorno romano dell’artista, il suo studio appassionato dell’antico e del Rinascimento, lo stordimento rispetto alla pittura di Caravaggio da lui conosciuto e frequentato, e i rapporti con i suoi committenti.