Jesper Just. SEMINARIUM, la prima monografica in Italia

In copertina: Jesper Just, Seminarium, Museo Marino Marini, Firenze

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Per la prima volta in Italia fino al 20 marzo 2023, al Museo Marino Marini, la mostra SEMINARIUM dell’acclamato artista danese Jesper Just.

L’esposizione, a cura di Caroline Corbetta che in passato ha lavorato a più riprese con l’artista – dalla Biennale dei Paesi Nordici del 2004, Momentum, alla personale This is a Landscape of Desire all’Herning Museum of Contemporary Art (DK) nel 2013 – è la prima mostra monografica dell’artista in una istituzione museale italiana.

Jesper Just. Corpi umani e piante, tecnologia e biologia formano un ecosistema che riproduce il delicato equilibrio tra progresso e sostenibilità che si fa sempre più instabile

Già protagonista del Padiglione Danese alla 55’ Biennale di Venezia Jesper Just è diventato negli anni uno dei nomi di punta della scena artistica internazionale; grazie alle sue ambiziose opere cinematografiche e a grandi installazioni scultoree che coinvolgono lo spettatore trasformandolo in partecipante.

A Firenze, l’artista presenta un ambiente immersivo, attraverso una serie di stazioni multimediali che mettono in scena il rapporto di interdipendenza tra esseri umani e natura. Sei multischermi, manipolati fino a diventare vere e proprie installazioni scultoree che punteggiano lo spazio espositivo, propongono frammenti fluttuanti di anatomie atletiche, mentre una voce ipnotica enuncia slogan commerciali di prodotti per la cura del corpo. I fili e i circuiti delle apparecchiature sono visibili creando un contrasto disturbante con la patinata estetica delle immagini. Di fronte ad ogni schermo, dei piedistalli sorreggono le piante che vivono grazie all’acqua contenuta nei vasi e alla luce violetta irradiata dagli schermi. Corpi umani e piante, tecnologia e biologia formano un ecosistema che riproduce il delicato equilibrio tra progresso e sostenibilità che si fa sempre più instabile.

Installato nella cripta duecentesca del Museo Marino Marini, “il tecno-vivaio di Jesper Just – racconta Caroline Corbetta, curatrice della mostra – crea un ambiente emozionante e sensuale che offre spunti di riflessione sulla conservazione e riattivazione del patrimonio artistico, sulla capacità degli artisti contemporanei di affrontare temi di grande attualità ma anche di mettersi in connessione con la storia”. Entrando nell’antico spazio sotterraneo, illuminato da bagliori violacei, lo spettatore diventa parte integrante di questo complesso organismo pulsante in cui macchine, corpi e piante si sostentano reciprocamente in una soluzione immaginativa che supera la visione

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