Milano MuseoCity dal 1° Marzo l’ottava edizione

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Venerdì 1° marzo 2024 prende il via l’ottava edizione di Milano MuseoCity, l’atteso appuntamento milanese promosso dal Comune di Milano in collaborazione con l’Associazione MuseoCity ETS che, attraverso l’organizzazione di attività mirate e interconnesse, apre le porte di musei pubblici e privati, archivi d’artista, case museo, fondazioni d’arte e musei d’impresa, non sempre accessibili al pubblico. Il grande successo delle scorse edizioni ha spinto MuseoCity ad estendere da tre a cinque i giorni della manifestazione – dall’1 al 5 marzo – per consentire al pubblico di partecipare a un maggior numero di iniziative che si arricchiscono di anno in anno, oltre che per incoraggiare un’audience sempre più ampia e varia a frequentare i numerosi ed eterogenei luoghi della cultura di Milano.

“Museocity in Vetrina” è uno dei due ambiziosi progetti speciali di questa ottava edizione e vuole illustrare la creatività milanese e la stretta relazione tra arte e industria. Pensato per accogliere all’interno delle vetrine di undici note aziende del Design e della Moda, opere d’arte, materiali d’archivio e pezzi iconici delle loro collezioni, trasformandole in veri e propri “musei effimeri” che, per cinque giorni, catalizzeranno gli sguardi dei passanti, trasformandoli in spettatori e, potenzialmente, in futuri visitatori dei musei cittadini.

I grandi magazzini, sin dalla loro nascita nel secolo XIX, idearono una strategia vincente per promuovere la vendita delle proprie merci: disposte in modo accattivante dietro le vetrine aperte lungo le vie cittadine. Tra i primi vi fu Le Bon Marché a Parigi che, nel 1875, aprì uno spazio espositivo per artisti rifiutati dal Salon des Beaux-Arts: un’esposizione periodica di pittura e scultura, tale da richiamare l’attenzione di possibili compratori. Da allora, ogni anno Le Bon Marché invita artisti e designer a creare installazioni site – specific.

La capacità di trasformare l’esposizione delle merci in un evento o in una successione di “spettacoli”, spesso coadiuvati da artisti o addirittura in collaborazione con i musei, ha poi contagiato tutti i magasins de nouveautés, dall’Europa agli Stati Uniti, con risultati di grande successo di pubblico. Celebre esempio è la vetrina realizzata nel 1936 da Salvador Dalì per il Department Store Bonwit Teller a New York in concomitanza con la mostra del MoMA “Fantastic Art, Dada, Surrealism”: un biglietto da visita con l’invito ad esplorare le merci nel grande magazzino e a visitare l’esposizione all’interno del museo newyorchese. È una strategia commerciale e culturale che si è evoluta e perdura sino a oggi, come dimostrano i celebri allestimenti annuali per le festività natalizie o per eventi particolari messi in scena da Selfridges a Londra, Bergdorf Goodman a New York, la Rinascente a Milano.

“MuseoCity in Vetrina” è un progetto accessibile, inclusivo e diffuso sul territorio: un invito ad interpretare secondo la propria identità il tema “Mondi a Milano”, mettendo in mostra il valore delle imprese e la cultura d’azienda. Industria e Cultura sono infatti le due anime che hanno reso Milano famosa in tutto il mondo.

A sottolineare l’ecletticismo e l’apertura internazionale delle loro realtà, Alessi e Artemidehanno portato in vetrina la ricchezza di diversi linguaggi progettuali. Alessi nello showroom di via Manzoni espone la produzione di otto autori (Virgil Abloh, Sakura Adachi, Abi Alice, Zaha Hadid, Miriam Mirri, Aldo Rossi, Alejandro Ruiz e Marcel Wanders); mentre Artemide trasforma lo spazio di Corso Monforte 19 in un palcoscenico internazionale, condividendo l’unicum progettuale degli architetti elvetici Herzog & de Meuron, che ha dato origine anche a Pipe, masterpiece del 2002, vincitore del Compasso d’Oro.

Tutti italiani i progetti di Cassina, Molteni&C e Poltrona Frau, che raccontano le ricerche e le collaborazioni con figure chiave del mondo del design del Secondo Dopoguerra. Cassina espone Maralunga, il divano rivoluzionario disegnato da Magistretti nel 1973, oggi anche protagonista della campagna Nuova Lancia Ypsilon in edizione limitata, che ben rappresenta l’anima trasversale del brand. A Gio Ponti sono invece dedicate le vetrine di Molteni&C, con le silhouette della poltrona D.154.2 e del tavolino D.555.1, progettati nella metà del 1900 e rieditati dall’azienda sulla base dei disegni originali custoditi nei Gio Ponti Archives. Poltrona Frauinvece concepisce la vetrina del flagship store come una piccola esposizione museale dove l’oggetto, la Poltrona Dezza in tessuto Redevance, riscoperto dagli archivi Ponti, emerge da una pedana di colore bianco lucido insieme a cataloghi, documenti storici e due miniature, una assemblata e l’altra esplosa.

Innovativo e interdisciplinare il progetto di Kartell che, in occasione del suo 70° anniversario, ha invitato diversi talenti creativi internazionali a interpretare liberamente un prodotto del marchio, presente nella collezione del Kartell Museo, attraverso cortissimi d’autore. Boffi|De Padova introduce il medium della fotografia, che dialoga con il design degli spazi interni dello showroom. Qui Veronica Gaido affronta il tema del corpo come origine e fine di ogni cosa, strumento attraverso cui conosciamo e facciamo esperienza.

Altro progetto trasversale è quello di Lavazza, con THE HEALER di AART VERRIPS – fotografia e costume originale disegnato e realizzato per la pagina di giugno del calendario Lavazza 2024. All’interno del flagship store sono esposte fotografie di Daniel Obasi, Thandiwe Muriu e Aart Verrips, tutte accumunate dall’energia e dai vibranti colori dell’Africa.

Evidente è il connubio tra arte e design di Marazzi, che trasforma la “Green & Blue Room” un progetto di ACPV ARCHITECTS, in una particolarissima Wunderkammer che ospita libri d’artista, sculture, multipli prestati da Casa Museo Spazio Tadini e dall’Archivio Fausta Squatriti.

Atlas Concorde, specializzata in superfici ceramiche Made in Italy, ospita in showroom “Incontri e progetti – Pastel Rebellion”, una delicata danza di pastelli che esprime, attraverso la collezione Boost Color curata da Piero Lissoni, quel rapporto fra creatività, realtà produttive e istituzioni peculiare della Città di Milano.

Missoni si ispira alla Slow Art per esprimere i principi del suo lifestyle: dai cilindri per l’avvolgimento del filato dell’ordito scendono lentamente i fili colorati che il telaio dell’artista trasforma in maglia a zigzag, elemento iconico del brand.

Come scrive Alvar Gonzáles-Palacios, uno dei più illustri storici delle Arti Decorative dei nostri tempi, nella sua opera omnia Il Tempio del Gusto: «Non è la materia a fare l’arte, ma l’ideazione artistica», e Milano, più di qualunque altra città italiana, ne è fedele testimone.

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