BASE Milano: dal 12 Aprile The Convivial Laboratory – the Camp e Temporary Home

Due progetti sperimentali di residenza che, in linea con il tema della convivialità dell’edizione 2024, raccontano il concetto di accoglienza e di scambio di pratiche con la partecipazione di artist e designer da tutto il mondo.

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BASE Milano continua a raccontare i progetti che saranno protagonisti del programma 2024 di WE WILL DESIGN, con cui dal 2021 presenta al Fuorisalone il meglio della ricerca sull’architettura e le sperimentazioni di design nazionale e internazionale.

Dopo le installazioni TALAMO di Lemonot e FLOWAIR di Ingo Maurer, la Open Call in collaborazione con STIMULERINGSFONDS / CREATIVE INDUSTRIES FUND NL e la relazione con Università e accademie italiane e internazionali, il centro culturale milanese presenta due progetti unici di residenza.

Il primo è The Convivial Laboratory – the Camp, un esperimento collettivo che indaga le diverse forme dell’abitare. Dal 12 al 23 aprile verrà allestito un campeggio sulla terrazza di BASE, aperto a un gruppo di 20 partecipanti tra designer, student, curator e operator culturali. 10 giorni di soggiorno realizzati in collaborazione con l’agenzia di design e ricerca Parasite2.0.

È immediata l’assonanza con la “protesta delle tende” che, nella primavera 2023, ha portato alcuni studenti ad accamparsi di fronte al Politecnico di Milano per protestare contro il caro affitti. Questo progetto trae ispirazione da quel momento e va oltre, sino ad analizzare un’emergenza planetaria, ossia la coesistenzain contesti complessi e iper-globalizzati. Il Camp vuole provare a immaginare una coesistenza basata sulla solidarietà, che metta al centro relazioni e convivenza con gli altri.

Parasite2.0 – fondata da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo – costruisce uno spazio ibrido, tra la grande piazza dei movimenti di protesta metropolitani e gli sconfinati spazi naturali della controcultura e le sue comuni. Un grande plateau e quinte leggere: un luogo per dormire, incontrarsi e confrontarsi.

Nell’ambito di Camp avverrà anche uno scambio di pratiche e discussioni condivise sul tema dell’abitare precario insieme a DOPO?: il centro culturale milanese, infatti, ha proposto a quattro designer di realizzare strutture abitative temporanee per ospitare dei runaways (“scappati di casa”) in cambio di contributi o prestazioni sulla base delle loro competenze e interessi.

Il secondo progetto, Temporary Home, abiterà le stanze di casaBASE, la foresteria di BASE normalmente dedicate all’ospitalità di artist e designer, con 5 progetti traduzione di 5 scenari all’avanguardia.

Angeli’s the light pensato dal collettivo Angeli (Nathan Raccah e Ward Lauwers), è una riflessione sulla convivialità a partire dalla condivisione del pasto con le persone care, dalla preparazione al suo consumo, rappresentato da una serie di utensili da cucina, oggetti ma anche simboli.

Found In Translation di Computer Room – collettivo presentato dal British Council e composto da Andu Masebo, Charlie Humble-Thomas e Jesse Butterfield – parte da 5 storie personali in 5 lingue diverse, da cui i designer hanno tratto ispirazione per altrettanti artefatti che raccontano la fragile bellezza di diverse culture.

Erica Curci con MOULTING presenta, con calchi in silicone e capsule di Petri, un’analisi sulla pelle delle persone intesa come luogo di incontro e scambio di informazioni tra noi e il mondo.

Radical Rituals 45ºN 1ºW-45ºN 35ºE, il progetto di forty five degrees che raccoglie alcune pratiche spaziali orientate al futuro e al cambiamento, lungo il 45° parallelo che attraversa l’Europa dalla costa atlantica al Mar Nero.

Sophie Conroy, Sophie Conroy, infine, con Without a House mette in discussione il significato di “casa” privandosene per 6 mesi per esplorare modi di vita alternativi basati su un legame più forte con la comunità, la natura e il sé.

WE WILL DESIGN – the Convivial Laboratory è una piattaforma che invita a riflettere sulle più innovative pratiche internazionali di convivenza, coabitazione e di condivisione e la loro interrelazione con gli ambiti relativi a migrazione, genere, abilità, salute e background culturale. L’edizione 2024 cerca di immaginare nuovi modi di convivenza basati su principi come cooperazione, democrazia, dialogo tra culture, dignità paritaria e responsabilità ecologica.

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