Robert Capa, gli scatti del grande fotografo di guerra a Milano

Dal 14 maggio al 13 ottobre 2024, il Museo Diocesano ospita a Milano Robert Capa. L’Opera 1932-1954. Una retrospettiva curata da Gabriel Bauret, che ripercorre le tappe principali della carriera del fotografo di guerra; dagli esordi nel 1932 fino alla morte avvenuta nel 1954 in Indocina per lo scoppio di una mina.

La mostra è promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editoriale, realizzata grazie al supporto del main sponsor Dils azienda leader nel Real Estate.

Robert Capa. L’Opera 1932-1954. 300 scatti che ripercorrono la vita professionale e le inclinazioni di uno dei protagonisti del fotogiornalismo di guerra

Una selezione di 300 opere, dagli archivi dell’Agenzia Magnum Photos, che rivelano il temperamento e le sfaccettature di un personaggio passionale e sfuggente, insaziabile e forse mai pienamente soddisfatto, che non esitava a rischiare la vita per i suoi reportage.

Robert Capa museo diocesano mostra milano
© Robert Capa © International Center of Photography/Magnum Photos | Robert Capa, Sicilian peasant telling an American officer which way the Germans had gone, near Troina, Italy, August 1943

La rassegna si svolge cronologicamente fornendo uno sguardo dettagliato sul percorso artistico e professionale di uno dei fotografi più influenti del ventesimo secolo, esplorando i suoi scatti più iconici, e al contempo delineando il metodo di lavoro che Capa utilizzava, dal quale trapela la complicità e l’empatia che il fotografo riservava ai soggetti ritratti, soldati ma anche civili, sui terreni di scontro in cui ha maggiormente operato. Nell’intento del curatore, il progetto pone l’accento sulla dimensione umanista di Robert Capa, sulle altre angolazioni verso cui dirige il suo obiettivo: le popolazioni vittime dei conflitti, i bambini, le donne.

L’esposizione si articola in 9 sezioni tematiche – Fotografie degli esordi, 1932–1935; La speranza di una società più giusta, 1936; Spagna: l’impegno civile, 1936–1939; La Cina sotto il fuoco del Giappone, 1938; A fianco dei soldati americani, 1943–1945; Verso una pace ritrovata, 1944–1954; Viaggi a est, 1947–1948; Israele terra promessa, 1948–1950; Ritorno in Asia: una guerra che non è la sua, 1954 – che evocano l’impostazione cronachistica con cui i suoi reportage venivano pubblicati sulla stampa francese e americana dell’epoca.

Di lui così scrisse Henri Cartier-Bresson: “Per me, Robert Capa indossava l’abito di luce di un grande torero, ma non uccideva; da bravo giocatore, combatteva generosamente per se stesso e per gli altri in un turbine. La sorte ha voluto che fosse colpito all’apice della sua gloria”.

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