The Ballad of Sexual Dependency. La Triennale ospita Nan Goldin

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Gli spazi espositivi de La Triennale di Milano ospiteranno The Ballad of Sexual Dependency della fotografa statunitense Nan Goldin, la prima mostra-evento promossa dal Museo di Fotografia Contemporanea

L’opera, dopo la recente tappa al MoMA di New York nei primi mesi del 2017 e la prima esposizione nel 1986 al Festival di Arles, approda per la prima volta in Italia alla Triennale di Milano, dal 19 settembre al 26 novembre 2017.

Nan Goldin fotografa del quotidiano

Lo sguardo di Nan Goldin abbraccia ogni momento della propria quotidianità e del proprio vissuto. L’artista fotografa se stessa e le travagliate vicende dei suoi compagni, nella downtown di Boston, New York, Londra, Berlino, tra gli anni ’70 e ’80.

La sua è una fotografia istintiva, incurante della bella forma, che va oltre l’apparenza, verso la profonda intensità delle situazioni, senza mediazione alcuna. Nella totale coincidenza del percorso artistico con le vicende di una biografia sofferta e affascinante Nan Goldin ha indubbiamente creato un genere: studiate, utilizzate e imitate in tutto il mondo, le sue immagini sono un modello rimasto intatto fino a oggi.

700 immagini, 45 minuti, punk e opera: The Ballad of Sexual Dependency di Nan Goldin alla Triennale di Milano

La “Ballad” è il lavoro più celebre e fortunato dell’artista statunitense Nan Goldin (Washington, 1953): un work in progress avviato agli inizi degli anni Ottanta e poi continuamente ampliato e aggiornato, che viene oggi ampiamente riconosciuto tra i capolavori della storia della fotografia.

È un’opera immersiva, costituita da circa 700 immagini a colori montate in sequenza filmica, per una durata di 45 minuti, e accompagnate da una colonna sonora che spazia dal punk all’opera. Un diario visivo autobiografico e universale, intimo e corale sulla fragilità degli esseri umani, sulla tensione continua tra l’individualità e il bisogno di relazione. Un susseguirsi di immagini che raccontano di vita, sesso, trasgressione, droga, amicizia, solitudine.

L’installazione è costituita da una scenografia ad anfiteatro che accoglie il pubblico e consente la visione dell’opera, un video che viene proiettato ogni ora. Completano l’esposizione materiali grafici e alcuni manifesti originali, utilizzati per le prime perfomance di Nan Goldin nei pub newyorkesi.

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