A Venezia Canova, Hayez e il “rinascimento ottocentesco” veneziano

Dal 29 settembre al 2 aprile  le Gallerie dell’Accademia di Venezia ospitano la mostra CANOVA, HAYEZ, CICOGNARA. L’ULTIMA GLORIA DI VENEZIA a cura di Paola Marini, Fernando Mazzocca e Roberto De Feo.

L’esposizione, che si inserisce nell’anno delle celebrazioni del bicentenario dell’apertura del museo (1817-2017), costituisce l’occasione per onorare un momento speciale della storia artistica della città, rievocando quella stagione di rilancio culturale iniziata nel 1815, con il ritorno da Parigi dei quattro cavalli di San Marco, opera simbolo della città.

Regista indiscusso di questa rinascita fu il conte Leopoldo Cicognara, intellettuale e presidente dell’Accademia di Belle Arti, che insieme all’amico Antonio Canova, nume tutelare di questo progetto, e a Francesco Hayez, lavorò per dare vita ad un museo di rilievo internazionale, capace di valorizzare lo straordinario patrimonio artistico della Serenissima, promuovendo allo stesso tempo l’arte contemporanea.

Canova e Hayez: i protagonisti del rilancio culturale veneziano

La mostra presenta oltre 100 opere di rilievo, articolate in nove sezioni tematiche, tra cui, per la prima volta dopo duecento anni, spicca la riunione e il ritorno a Venezia, della serie di manufatti in grande parte inediti inviati nel 1818 alla corte di Vienna per il quarto matrimonio dell’imperatore Francesco I e noti come l’“Omaggio delle Provincie Venete”.

Canova Hayez mostra Venezia
Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1814

Saranno esposti la Musa Polimnia di Canova, dipinti, gruppi scultorei, due are e altrettanti grandi vasi di marmo, un tavolo realizzato in bronzo e legno con il piano ricoperto da pregiati vetri di Murano e preziose rilegature, opera dei migliori artisti e artigiani veneti del tempo, rappresentanti della più alta e unitaria produzione artistica del Neoclassicismo veneto.

Aprirà il percorso espositivo la sezione dedicata al ritorno dei quattro cavalli di San Marco e il cammeo con il Giove Egioco, capolavoro la cui bellezza era stata già consacrata da Canova, e a seguire la rievocazione dell’acquisizione dei disegni di Leonardo e Raffaello dalla collezione di Giuseppe Bossi, amico di Canova e Cicognara, che arricchì eccezionalmente il patrimonio dell’Accademia.

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