Skrei – Il Viaggio di Valentina Tamborra a Milano

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La Fondazione Stelline presenta, dal 3 al 22 novembre 2020, la mostra fotografica Skrei – Il Viaggio di Valentina Tamborra, organizzata e promossa in collaborazione con Norwegian Seafood Council e con Tørrfisk fra Lofoten AS e curata da Roberto Mutti.

Un appuntamento imperdibile con la fotografia contemporanea che, con il patrocinio del Comune di Milano e di Regione Lombardia, è inserito nel calendario della quinta edizione del Vogue Photo Festival dal 19-22 novembre 2020.

Valentina Tamborra mostra MIlano
© Valentina Tamborra, Blu season, Røst, marzo 2020

In mostra oltre quaranta scatti della fotografa milanese Valentina Tamborra, il cui progetto ruota intorno al tema del viaggio, come sottolinea lo stesso titolo.  Skrei, infatti, è il nome di un particolare tipo di merluzzo norvegese e deriva da un antico termine di origine vichinga che significa appunto viaggiare nel senso di migrare, muoversi in avanti. Il merluzzo ogni anno compie una vera e propria migrazione dal mare di Barents per tornare nella parte settentrionale della costa norvegese dove deporrà le uova. Un viaggio lungo migliaia di chilometri, quindi, come quello effettuato da Valentina Tamborra, che parte da radici lontane e fa un lungo giro per poi ritrovare i punti da cui è partito.

Skrei, Valentina Tamborra in viaggio tra Italia e Norvegia

Un viaggio fra Italia e Norvegia, sapientemente raccontato attraverso scatti che portano con sé il mondo salato dei mari nordici, il filo rosso che collega la storia di un pesce “povero”, diventato eccellenza nella cucina Italiana, a quella di uomini, volti, luoghi e tradizioni antiche e moderne, celebrazioni che diventano motivo di scambio e incrocio di mondi, di culture.

Valentina Tamborra mostra MIlano
© Valentina Tamborra | Valentina Tamborra, Svolvær, aprile 2020. Azienda L. Berg Sønner AS (particolare)

Tutto ha avuto inizio nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma e nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove sono conservate le testimonianze della vicenda avventurosa del nobile navigatore Pietro Querini. L’uomo, sopravvissuto al naufragio della sua caracca, arriva alle isole Lofoten nel 1432 e viene soccorso dai pescatori locali che gli fanno scoprire e conoscere i metodi di essicazione, conservazione e preparazione del merluzzo, che esporta al ritorno nella sua Venezia, segnando le sorti culinarie dello stoccafisso nella tradizione italiana.

Con questo progetto la fotografa rende omaggio a Roma e Venezia arrivando alle isole norvegesi Lofoten, cuore del suo reportage cui conferisce un nuovo ritmo con uno sguardo iniziale quasi incantato sui panorami disegnati dalla natura, dove la neve, il ghiaccio e il cielo azzurro evocano nella loro immediatezza gli elementi primigeni, e sugli uomini, le loro storie e le loro famiglie che qui vivono in un rapporto simbiotico con la natura, di cui la pesca è la metafora.

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