Liu Bolin: l’uomo invisibile in mostra a Roma

Pubblicità

L’uomo invisibile Liu Bolin (Shandong, 1973), artista cinese di fama internazionale che ha fatto del camouflage il suo tratto distintivo, arriva a Roma, dal 2 marzo al 1 luglio, con un’ampia  antologica dei suoi scatti di performance ambientate in tutto il mondo.

La mostra Liu Bolin. The Invisbilbe Man racconta la storia dell’artista, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana ed esposti in anteprima mondiale.

Gli spazi del complesso del Vittoriano – Ala Brasini ospitano oltre settanta fotografie del celebre artista, che in dieci anni di collaborazione con la galleria italiana Boxart, ha scelto come scenario privilegiato alcuni luoghi tra i più significativi del Belpaese. Tra gli sfondi delle sue performance, che coniugano pittura, fotografia e arti plastiche, due templi della lirica come il Teatro alla Scala di Milano e l’Arena di Verona, nonché capolavori dell’arte quali la statua di Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova, gli affreschi di Pompei, la magia di Venezia.

Pittura, istallazione e fotografia: tutti i media di Liu Bolin “The Invisible Man”

Con questi capolavori sullo sfondo, rimanendo immobile come una scultura vivente, fino a fondersi con il contesto alle sue spalle grazie ad un accurato body-painting, Liu Bolin testimonia in silenzio ciò che accade nel suo presente, in un tempo sospeso tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.

È infatti il 2005, quando l’amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e trasparente, riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo. Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l’installazione e la fotografia.

Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d’arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un’icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod’s e Ferrari.

Leggi anche: A Roma HUMAN+, la mostra sul futuro della specie umana

- Pubblicità -
PubblicitÃ