Il Corpo e l’Anima. 60 anni di scultura del Rinascimento al Castello Sforzesco

In copertina: Il Corpo e l'Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento. Foto Gianluca Di Ioia

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Fino al 24 ottobre 2021 le sale del Castello Sforzesco di Milano ospitano la mostra Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Il racconto dell’evoluzione della scultura nei decenni centrali del Rinascimento italiano.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il museo milanese e il Louvre di Parigi, custodi di alcuni dei capolavori ospitati in mostra. Altre opere arrivano dal Metropolitan Museum di New York e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. E ancora dal Prado di Madrid e dal Museo del Bargello di Firenze. Dal Victoria and Albert Museum di Londra e infine dalla Royal Collection di Sua Maestà Elisabetta II.

Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. I moti dell’anima nelle sculture dai grandi maestri nel Rinascimento

Il Corpo e l'Anima mostra MIlano Sforzesco
Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento. Gian Francesco Rustici (1474-1554), Musée du Louvre I Courtesy Castello Sforzesco

Dopo una prima tappa al Louvre, la mostra approda a Milano, nella fortezza che fu la casa di Leonardo e che oggi ospita la Pietà Rondanini di Michelangelo. Curato dal conservatore del Louvre Marc Bormand, da Beatrice Paolozzi Strozzi, già direttrice del Museo del Bargello, e Francesca Tasso, conservatrice presso il Castello Sforzesco, il percorso espositivo parte dal 1453, anno del ritorno di Donatello a Firenze, per arrivare agli anni Venti del Cinquecento con la scomparsa del genio di Vinci e di Raffaello. Non manca però un sguardo più lontano fino al capolavoro del Castello Sforzesco, l’ultima e incompiuta opera del Buonarroti.

In questi decenni i maestri del Rinascimento scavano nella materia per tirare fuori i moti dell’anima; i tormenti, le tensioni e i palpiti che ai posteri appariranno come emozioni universali. In Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo queste emozioni si ritrovano scolpite nel marmo, fuse nel bronzo, modellate nella terracotta e intagliate nel legno.

Non solo Michelangelo e Donatello poi, ma anche opere del Pollaiolo, del Riccio e di altri illustri maestri. Un percorso che mostra come la fioritura della scultura tra il Quattrocento e il Cinquecento sia il frutto di un lavoro corale. Una condivisione di intenti distribuita su un territorio che si estende dal Veneto alla Toscana, passando per Mantova, Ferrara, Urbino

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