Paul Gauguin: 10 cose da sapere su di lui e sulle sue opere

Foto copertina Il Cristo giallo, Paul Gauguin, Public domain, via Wikimedia Commons

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Paul Gauguin è stato un noto pittore francese della seconda metà dell’ottocento, considerato tra i più importanti del post-impressionismo. Sin da piccolo ha viaggiato molto vivendo dapprima in Perù per poi girare tra Brasile, Panama, isole polinesiane e Indie. Al suo ritorno a Parigi comincia a entrare in contatto col mondo dell’arte e della pittura grazie anche alla sua amicizia con l’artista Ä–mile Schuffenecker. Nelle sue prime opere si ispira soprattutto a Monet e Eugène Delacroix per poi essere influenzato dalle conoscenze artistiche in età adulta, dall’ambiente che lo circonda, in particolar modo Tahiti e dalle sue crisi personali.

Gauguin

  1. La tecnica. L’arte di Gauguin è un’arte particolare con richiami primitivi, colori decisi e contorni marcati. Per questo motivo l’artista venne spesso accostato al cloisonnisme che consiste, appunto, nel racchiudere i colori all’interno di un contorno.
  2. Il rapporto con Vincent Van Gogh. Tra i tanti artisti con i quali Paul Gauguin entrò in contattò vi fu anche Vincent Van Gogh. I due passarono un po’ di tempo insieme ad Arles nella casa gialla di Van Gogh condividendo le loro esperienze sull’arte. In realtà il loro era un rapporto particolare che venne troncato molto bruscamente con la partenza di Gauguin e con la reazione di Van Gogh, già visibilmente malato, che finì per tagliarsi un orecchio. Oggi dei due rimangono i racconti nelle tante lettere di Van Gogh al fratello Theo e i dipinti come il ritratto che Gauguin fece a Van Gogh mentre era intento a dipingere i suoi amati girasoli.
  3. Tahiti. Tra i tanti viaggi che fece quello che sicuramente emerge più di altri nella sua arte fu quello che fece a Tahiti negli anni ’90 dell’ottocento. Gauguin e Tahiti divennero quasi una cosa sola, o almeno fu così nelle sue opere. Molti dipinti del periodo infatti raffiguravano la vita del luogo che l’artista sentì talmente propria tanto da volerci ritornare nei suoi ultimi anni di vita.

Cristo giallo Gauguin

gauguin cristo giallo
Il Cristo giallo, Paul Gauguin, Public domain, via Wikimedia Commons

4. Lo scenario .L’opera il Cristo giallo di Gauguin si ispira a una delle prime fughe dalla civiltà dell’artista. Il paesaggio sullo sfondo è infatti quello della campagna bretone.

5.  Il giallo. Il colore giallo scelto da Gauguin per rappresentare la figura di Cristo ha diverse simbologie. La prima è la rappresentazione del dolore attraverso, appunto, il colore giallo: Gauguin infatti ha usato spesso l’immagine di Cristo per rappresentare attraverso di esso il suo dolore esistenziale. Un altro significato è legato al grano, simbolo di campagna, ma anche molto religioso in quanto fonte di vita.

6. L’Autoritratto. Solo pochi anni dopo Gauguin ha deciso di realizzare lui stesso una copia, o almeno in parte, di quest’opera e lo fece, come sempre, in un modo tutto suo. Egli infatti si fece un autoritratto, quasi come se fosse allo specchio, con dietro l’opera del Cristo giallo che, inevitabilmente risultava rovesciata. Oggi l’Autoritratto dell’artista con il Cristo giallo è conservata a Parigi.

Gauguin da dove veniamo?

paul gauguin
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Paul Gauguin, Public domain, via Wikimedia Commons

7. Il significato. 12 persone e diversi animali, tutti rappresentati con lo scopo di descrivere le diverse età della vita. Il titolo scelto da Gauguin Da dove veniamo, dove siamo e dove andiamo esprime immediatamente il significato dell’opera, nonché il periodo buio che lo stesso artista stava passando. Gauguin infatti realizzò il quadro poco prima di tentare il suicidio sulla cima di una montagna. In quel periodo la sua vita era decisamente buia e da poco gli era giunta la notizia della morte della figlia amata. Ecco quindi che Da dove veniamo, dove siamo dove andiamo diventa un pò la sua idea di vita quasi come a voler concludere con essa la sua vita da artista prima di tentare il suicidio. Leggendo l’opera da destra verso sinistra si passa quindi da un bambino, a un giovane aitante e forte al centro del dipinto fino ad arrivare a un’anziana con ai piedi un uccello bianco, colore che, nella cultura polinesiana, simboleggia il lutto.

8. Lo sfondo. Nonostante il tormento, la scena viene racchiusa in un contesto naturale idealizzato, quasi fantastico e che subito rievoca l’Eden. Sempre nello sfondo è possibile trovare il titolo stesso dell’opera, in alto a sinistra.

9. Gauguin commenta Gauguin. Tante sono le lettere che Gauguin scrisse agli amici in merito a quest’opera. In primis annunciò “prima di farla finita” come a voler dimostrare che questa tela sarebbe stato il suo testamento. A riprova di ciò vi è anche un commento di Gauguin su Gauguin che dice “credo che questa tela non solo sia superiore a tutte quelle precedenti ma anche che mai mi riuscirà di farne una migliore o anche solo simile“.
Infine Gauguin sapeva che gli infiniti significati di quest’opera non sarebbero stati compresi da tutti e probabilmente ancora oggi qualcosa ci sfugge, ma d’altronde, proprio come scrisse lui stesso, “l’essenziale in un’opera d’arte è in quello che non è espresso“.

Paul Gauguin opere e film

10. Opere e film. Come sempre qui di seguito troverete alcune delle più belle opere di Paul Gauguin tra le tantissime che ha realizzato. Inoltre, vista l’innumerevole filmografia, vi lasciamo anche Gauguin in alcuni dei film che ne hanno raccontato la vita e le opere.

Paul Gauguin Opere

  • Nudo di donna che cuce, 65×54 cm, Ny Carsberg Gliptotek, Copenaghen 1880
  • Raccolta della frutta, 89×116 cm, Museo Vincent van Gogh, Amsterdam 1887
  • Il guardiano di porci, 73×93 cm, Collezione privata, Los Angeles 1888
  • La visione dopo il sermone, 73×92 cm, National Gallery of Scotland, Edimburgo 1888
  • Bambini bretoni al bagno, 60×73 cm, Collezione privata, Inghilterra 1888
  • La raccolta del fieno, 73×92 cm, Musée d’Orsay, Parigi 1888
  • Madeleine Bernard, 72×58 cm, Museo di Grenoble 1888
  • Autoritratto, 45×55 cm, Museo Vincent van Gogh, Amsterdam 1888
  • Vincent van Gogh che dipinge girasoli, 73×92 cm, Museo Vincent van Gogh, Amsterdam
  • Veduta degli Alyscamps, 91,5×72,5 cm, Musée d’Orsay, Parigi
  • La famiglia Schuffenecker, 73×92 cm, Musée d’Orsay, Parigi 1889
  • Il Cristo giallo, 92×73;cm, Albright Art Gallery, Buffalo 1889
  • Ave Maria (Ia Orana Maria), 114 x89 cm, Metropolitan Museum, New York 1891
  • Due donne tahitiane, 69×91 cm, Musée d’Orsay, Parigi 1891
  • Lo spirito dei morti veglia (Manao Tupapau), 73×92 cm, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo 1892
  • Nafea faa ipoipo, 105×77,5 cm, Kunstmuseum, Basilea 1892
  • Arearea, 75×94 cm, Museo d’Orsay, Parigi 1892
  • Giorno di dio (Marana no atua), 70×91 cm, Art Institute, Chicago 1894
  • La nascita di Cristo, figlio di Dio, 96×131 cm, Neue Pinakothek, Monaco di Baviera 1896
  • Nevermore, 60×116 cm, Courtauld Institute Galleries, Londra 1897
  • Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, 139×375 cm, Museum of Fine Arts, Boston 1897
  • Tre donne e amazzone, 28×46 cm, Nationalmuseum, Stoccolma 1902

Paul Gauguin film

  • La luna e sei soldi di Albert Lewin (1942) – film
  • Pictura (segmento “Paul Gauguin”) di Ewald André Dupont, Luciano Emmer e Robert Hessens (1951) – film
  • Paul Gauguin di Roger Pigaut (1975) – film
  • The Savage di Leslie Megahey (1977) – film tv
  • Post-Impressionists: Gauguin di Bob Carruthers, Ronald Davis, Dennis Hedlund (2000) – documentario
  • Gauguin: The Full Story di Waldemar Januzczak (2003) – documentario
  • Paradise Found di Mario Andreacchio (2003) – film
  • Paul Gauguin, je suis sauvage di Marie-Christine Courtès (2017) – documentario
  • Gauguin – Voyage de Tahiti di Edouard Deluc (2017) – film
  • Gauguin in Tahiti-Il paradiso perduto di Claudio Poli (2019) – documentario
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